RIP Campionessa Margaret Bergmann

Gretel Bergmann, competizione salto in alto in Germania anni 1930. Photo Credit: Greg Lambert

E’ deceduta oggi 25 luglio 2017 a 103 anni Margaret Bergmann, detta Gretel campionessa tedesca di salto in alto che fu esclusa in quanto ebrea dai Giochi Olimpici del 1936 a Berlino.

Era nata il 12 aprile 1914 in un piccolo comune del sud della Germania da una famiglia ebrea. Inizio’ da giovanissima a praticare diversi sport e ad ottenere discreti risultati. Nel 1931 partecipando ai campionati della Germania meridionale stabili’ un record nel salto in alto fissandolo a 1.51 metri. La sua carriera sportiva proseguiva nel migliore dei modi quando con l’avvento del nazismo nel 1933 tutto cambio’. Con le leggi razziali fu esclusa dal club dove era iscritta, lo stesso allenatore le comunico’ che era ospiste sgradita. La stessa Gretel ricordava che all’ingresso della palestra venne esposto un cartello che riportava la scritta:  “Ingresso vietato a cani ed ebrei”.

Il padre Edwin, così decise preoccupato per la situazione di trasferirsi con tutta la famiglia a Londra. Qui pote’ ricominciare ad allenarsi vincendo nel 1935 il Campionato d’Inghilterra fermando l’asticella a 1,55 metri.

La vittoria ebbe eco in Germania e nel mondo. Gia’ diversi stati minacciavano di boicottare le Olimpiadi nell’eventualità di un’estromissione degli atleti ebrei da parte del regime tedesco. A quel punto il regime decise di richiamare in patria Gretel, che un po’ titubante alla fine decise di tornare. Non venne agregata alla squadra tedesca e fu costretta ad allenarsi da sola. Nonostante questo il 30 giugno 1936, ad un mese dall’inizio delle Olimpiadi di Berlino eguagliò il record tedesco di salto in alto detenuto da Elfriede Kaun fermo a 1,60 metri.

Sembrava spianata la via verso le Olimpiadi quando il 16 luglio 1936 pochi giorni prima dell’inizio dei giochi verra’ esclusa dal regime nazista con una lettera dove era scritto: „Cara signorina Bergmann, ci dispiace comunicarle la sua esclusione dall’Olimpiade. Lei non è stata abbastanza brava e non può dunque garantire risultati. Heil Hitler!”.

Gretel delusa nel 1937 si trasferi’ negli Stati Uniti dove vinse ancora nei campionati del 1937 e 1938. Con lo scoppio della seconda guerra mondiale, dichiarera’ conclusa la sua carriera sportiva. Nel 1942 acquisi’ la cittadinanza americana.

Solo il 23 novembre 2009 a distanza di ben 73 anni, il record nazionale di salto in alto femminile, stabilito nel 1936 dalla Bergmann e che il regime nazista si era rifiutato di omologare, è stato ufficialmente riconosciuto.

RIP Gretel Campionessa nello sport e nella vita. Che la terra Ti sia lieve.

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Un piccolo raggio nelle tenebre

Siegfried (Viteszlav) Lederer – Fot. https.www.timetoast.com

Circa 800 furono i tentativi di fuga dal complesso di Auschwitz e solo 144 andarono a buon fine. Alcune di queste fughe avevano luogo anche grazie alla complicita’ delle SS. Le evasioni organizzate con la complicita’ delle SS comportavano tuttavia un enorme rischio; dietro ogni aiuto poteva celarsi un tradimento. Non fu il caso di quella dell’Ebreo Siegfried (Viteszlav) Lederer, internato ad Auschwitz dal ghetto di Theresienstadt e aiutato dal caporale SS Viktor Pestek , un Tedesco di origine romena il 5 aprile 1944.

Lederer, travestito da SS (la divisa gli era stata data da Pestek), lascio’ il Campo insieme alla SS Pestek. Riuscirono a raggiungere in treno Praga, eludendo il controllo di frontiera.

Lederer si introdusse nel ghetto di Theresienstadt e informo’ il locale Consiglio degli Anziani del destino che toccava agli ebrei deportati ad Auschwitz. Scrisse anche una relazione alla Croce Rossa Internazionale dove descriveva nel dettaglio lo sterminio degli ebrei a Birkenau. Passo’ poi nel movimento di resistenza ceca e sopravvisse alla guerra. Morira’ a 68 anni il 5 aprile del 1972.

Tragica invece fu la fine di Pestek, catturato dalle SS nei pressi del Campo di Auschwitz, dove era tornato per organizzare altre fughe di prigionieri e tentare di liberare la prigioniera ebrea Renée Neumannová di cui era innamorato.  Dopo crudeli interrogatori, venne fucilato l’8 ottobre 1944.

 

Frammento della testimonianza del ex deportato di Auschwitz Lederer Vítězslav Izrael circa la sua fuga:

“Nel giorno concordato dal corpo di guardia delle SS dal Familienlager (BIIb Campo per famiglie di Theresienstadt) ho visto lampeggiare tre volte una luce rossa. Era il segnale e a quel punto ho aperto la porta della baracca e vestito con la divisa da SS mi sono avviato verso l’uscita del Campo. Ho fatto il saluto nazista con il braccio alzato e attraversato il cancello del Familienlager. Il mio „Amico” Caporale SS Viktor Pestek che era di servizio mi ha aperto il cancello. Alla SS che lo ha sostituito nel turno di notte ha detto che sarebbe andato in vacanza. Siamo usciti dal Campo e siamo arrivati alla stazione ferroviaria di Auschwitz alle 20.30, giusto in tempo per saltare su un treno espresso.”