“Le donne entrarono per la gran porta […]”

Pushing chairs author Francis Reisz Paris 1945 Collections of the Auschwitz Birkenau State Museum

” […]Le donne entrarono per la gran porta e sostarono nell’atrio.

Le attendevano colà cinquanta carrozzine da bimbo. Il tedesco ordinò a ciascuna di prendere una carrozzina e di spingerla, in fila per cinque, per tre chilometri fino al magazzino dove veniva raccolto e smistato il bottino dei convogli.

La tensione nervosa si attenuò, ma su ogni volto si stampò una piega di dolore.

Lo strano corteo si mosse: le madri che avevano lasciato dei figli lontano poggiavano le mani sul manubrio cercando istintivamente la posizione più naturale, alzando dinanzi agli ostacoli prontamente le ruote anteriori. Vedevano giardini, viali, bimbi rosei addormentati nelle carrozzine sotto vaporose copertine rosa e celesti.

Le donne che avevano perduto i bambini al crematorio provavano lo struggimento fisico di aver un piccolo attaccato al seno e non vedevano che un lungo pennacchio di fumo che si perdeva nell’infinito.

Quelle che non erano state madri, spingendo maldestre le carrozzine, pensavano che mai lo sarebbero diventate e ringraziavano Dio.

E tutte le carrozzine vuote stridevano, sussultavano e si urtavano con l’aria stanca e desolata degli esuli perseguitati. […]”

Giuliana Tedeschi, tratto dal suo libro “C’è un punto della terra… Una donna nel lager di Birkenau” (ed. Giuntina – pag.76).

 

 

77 ° anniversario della prima deportazione degli ebrei italiani ad Auschwitz Birkenau

Nella notte tra il 22 e il 23 ottobre 1943, arrivo’ nel Campo di concentramento e sterminio nazista tedesco di Auschwitz Birkenau il primo trasporto italiano con oltre mille uomini, donne e bambini.

Solo 149 uomini e 47 donne vennero registrate nel Campo, le restanti persone immediatamente inviate ai centri di sterminio ed uccise con il gas. Soltanto 16 sopravviveranno: quindici uomini, una sola donna e nessun bambino.

Nonostante i tempi difficili della pandemia, insieme ai rappresentanti della “Foundation of Memory Sites near Auschwitz-Birkenau”, davanti ai carri bestiame originali presso il Memoriale Judenrampe di Birkenau,  abbiamo acceso un cero,  depositato un mazzo di fiori e con un minuto di silenzio onorato e ricordato le vittime dei trasporti italiani e tutte le vittime dei trasporti provenienti dai vari paesi europei deportati ed uccisi nel Campo di concentramento e centro di sterminio nazista tedesco di Auschwitz Birkenau.

 

Secondo le fonti, arrivarono alla Judenrampe dall’Italia circa 3.300 donne, uomini e bambini ed in totale più di 7.500 furono deportati nel complesso di Auschwitz. Le foto originali (data base CDEC) mostrano la famiglia Calò che fu deportata con questo primo trasporto. Nelle foto si vedono tre bambini: Roberta Lina Calò di 6 anni, Graziella Calò di 3 anni e Mario Calò di 10 anni – questi bambini, insieme alla loro mamma, furono immediatamente inviati alle camere a gas ed uccisi con il gas.

foto CDEC

Dall’inizio della primavera 1942 al maggio 1944, la Judenrampe fungeva da punto d’arrivo per i trasporti provenienti dall’intera Europa. Qui, scendevano dai carri bestiame davanti ai due edifici dei magazzini alimentari del Campo della Fünfkartofellagerhalle und Krautsilos KL Auschwitz-Birkenau (cioè patate e cavoli), qui, le famiglie venivano divise, uomini da una parte donne e bambini dall’altra; qui avvenivano le selezioni tra abili oppure inabili al lavoro schiavo per il Terzo Reich tedesco. Di norma oltre l’80% di persone per ogni trasporto veniva immediatamente inviato alle camere a gas ed ucciso con il gas. Per tre anni, questo luogo divenne l’ultima “stazione” di vita per circa mezzo milione di persone deportate con la forza dai tedeschi per essere uccisi.

 

Ringrazio i rappresentanti della “Foundation of Memory Sites near Auschwitz-Birkenau” per aver condiviso questo tragico avvenimento importante per noi italiani nonostante il difficile periodo dovuto alla pandemia.

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Non fareste anche voi altrettanto?

…”Ma le madri vegliarono a preparare con dolce cura il cibo per il viaggio, e lavarono i bambini, e fecero i bagagli, e all’alba i fili spinati erano pieni di biancheria infantile stesa al vento ad asciugare; e non dimenticarono le fasce, e i giocattoli, e i cuscini, e le cento piccole cose che esse ben sanno, e di cui i bambini hanno in ogni caso bisogno. Non fareste anche voi altrettanto? Se dovessero uccidervi domani col vostro bambino, voi non gli dareste oggi da mangiare?”….

Primo Levi “Se questo e’ un uomo” Ultima notte nel Campo di Fossoli di Carpi

 

Foto: barattolo di borotalco per bambini (Olanda)

Oggetti dalla collezione della “Foundation of Memory Sites near Auschwitz-Birkenau” http://www.auschwitz-podobozy.org/