Il 6 agosto 1944 giunse ad Auschwitz un trasporto con circa 300 ebrei italiani partito dal Campo di transito di Fossoli di Carpi Modena il 2 agosto.
23 donne e 80 uomini furono registrati nel Campo.
I restanti uomini, donne e bambini furono immediatamente all’arrivo inviati alle camere a gas ed uccisi con il gas.
In questo trasporto si trovava Bruna Teresa Uggeri, figlia di Pietro Uggeri e Livia Curiel.
Era nata a Milano il 21 maggio 1940.
L’otto novembre 1943 venne arrestata con la mamma e rinchiusa nel carcere di San Vittore a Milano.
Partita dall’Italia il 2 agosto 1944, insieme alla sua mamma vennero all’arrivo ad Auschwitz immediatamente inviate alle camere a gas ed uccise con il gas.
“Rispetto al creato, ora, non posso dire che ami l’umanità, ma amo la terra su cui abbiamo la fortuna di vivere; amo l’albero che fiorisce, il sole che tramonta. Talvolta racconto la storia del filo d’erba che incontravo ogni mattina in Lager. Ogni mattina, quando percorrevamo la via centrale del campo per andare a lavorare, vedevo spuntare tra due pietre un filo d’erba. Tante mie compagne strappavano questi fili d’erba, ma io ne avevo uno speciale che ogni mattino guardavo e che mi diceva: Vi è della vita tra le pietre. E questo mi ha sempre confortato. Io trovo che la cosa più grande che noi abbiamo è la bellezza di questa terra, su cui possiamo vivere: questo è per me di grande conforto, è ciò che ancor oggi mi rende accetta la vita”.
Liana Millu
Scrittrice, antifascista e partigiana italiana di origine ebraica sopravvissuta ad Auschwitz
Durante i lavori di conservazione delle scarpe che fanno parte dell’esposizione permanente al Memoriale di Auschwitz, all’interno di una scarpa da bambino il personale del Museo ha scoperto un’iscrizione fatta a mano che mostra il nome e il cognome di un bambino e il numero assegnatogli quando i tedeschi lo deportarono ad Auschwitz per essere assassinato dal ghetto di Theresienstadt vicino a Praga il 4 ottobre 1944.
Scarpa di Amos Steinberg dove e’ stata ritrovata la scritta. Foto Museo Statale Auschwitz Birkenau www.auschwitz.org
L’iscrizione rivela che il nome del ragazzo era Amos Steinberg. Era nato il 26 giugno 1938 e viveva a Praga.
Poco dopo il suo quarto compleanno nel 1942, Amos fu imprigionato con i genitori Ludwig e Ida nel ghetto di Theresienstadt vicino a Praga.
Fu deportato ad Auschwitz insieme a sua madre nello stesso trasporto il 4 ottobre 1944.
Secondo il Memoriale di Auschwitz, è probabile che entrambi siano stati assassinati nella camera a gas all’arrivo immediatamente dopo la selezione.
Sempre in base alle fonti del Museo e documentazione si e’ scoperto che il padre venne deportato ad Auschwitz con un altro trasporto ed il 10 ottobre 1944 trasferito a Dachau. Fu liberato nel Sottocampo di Kaufering.
Scarpa di Amos Steinberg. Foto Museo Statale di Auschwitz Birkenau www.auschwitz.org
Durante gli stessi lavori di conservazione, in un’altra scarpa, sono stati ritrovati documenti in ungherese contenenti informazioni su persone che erano state deportate al Campo.
Hanna Kubik del dipartimento delle collezioni del Museo ha dichiarato: “Questa scoperta è molto preziosa e interessante, perché i documenti sono in buone condizioni.
“Mostrano le date (1941 e 1942), i nomi delle persone, le loro firme scritte a mano.”
Inoltre ha aggiunto: “Alcuni sono documenti ufficiali; c’è anche un frammento di carta con i nomi Ackermann, Bravermann e Beinhorn.
“Queste persone furono probabilmente deportate ad Auschwitz nella primavera o nell’estate del 1944 durante lo sterminio degli ebrei ungheresi”.
Documenti ritrovati. Foto Museo Statale di Auschwitz Birkenau www.auschwitz.org
Questi ritrovamenti sono la conferma che cio’ che vediamo nel blocco nr. 5 “La prova del crimine” non sono oggetti ma rappresentano storie e persone.
Ancora oggi dopo quasi 80 anni ci “raccontano” la loro storia.
Il nostro dovere guardarli ed ascoltarli.
Nota storica:
In totale, i tedeschi inviarono 24 trasporti di oltre 46.000 ebrei dal ghetto di Theresienstadt ad Auschwitz.
Il numero totale di ebrei ungheresi inviati ad Auschwitz nel 1944 era di circa 430.000.Immediatamente dopo l’arrivo, 325-330.000 persone furono uccise nelle camere a gas, o oltre il 75% degli ebrei deportati dall’Ungheria.
Auschwitz I – Il muro delle esecuzioni nel cortile del Blocco 11
Il 29 giugno 1943, vengono portati al Campo di Auschwitz I 40 ostaggi provenienti da Varsavia.
Sono fucilati al muro delle esecuzioni nel cortile del Blocco 11.
Si tratta di un’azione di rappresaglia per gli atti di sabotaggio compiuti da membri del movimento di resistenza contro impianti ferroviari e consistenti nel forare i sostegni delle rotaie.
Le azioni di distruzione e dissesto dei trasporti tedeschi e delle linee ferroviarie sono compiute da gruppi partigiani appartenenti alla resistenza polacca.
I magazzini Canada, conosciuti anche come Effektenlager o semplicemente Canada, erano i depositi nel Campo di concentramento di Auschwitz dove venivano conservati gli oggetti rubati ai deportati. Nulla per i nazisti tedeschi doveva essere sprecato, tutto veniva monetizzato o reciclato. Quindi, dopo essere stati divisi per tipo venivano ricaricati sui treni e spediti in Germania per essere distribuiti alla popolazione.
Io so cosa vuol dire non tornare. A traverso il filo spinato Ho visto il sole scendere e morire; Ho sentito lacerarmi la carne Le parole del vecchio poeta: “Possono i soli cadere e tornare: A noi, quando la breve luce è spenta, Una notte infinita è da dormire”.
7 febbraio 1946 Primo Levi
Il libro che raccoglie le poesie scritte da Primo Levi:
78 anni fa, il 20 giugno 1942 tra le tre e le quattro del pomeriggio, quattro prigionieri polacchi che lavoravano nei garage del deposito di approvvigionamento delle truppe SS fuggirono dal Campo di Auschwitz.
Kazimierz Piechowski (n. 918), Stanisław Gustaw Jaster (n. 6438), Józef Lempart (n. 3419) e Eugeniusz Bendera (n. 8502).
Tre di loro indossarono uniformi delle SS rubate dal magazzino, il quarto venne incatenato come un prigioniero.
Lasciarono il campo su un’automobile Steyer Typ 220 con il numero di targa SS-20868.
Ad 80 chilometri dal campo abbandonarono l’auto in un fosso.
Una volta riuscita la fuga, inviarono al comandante del lager una lettera nella quale ironicamente si scusarono di avergli rubato un’auto.
Kazimierz Piechowski nato il 3 ottobre 1919 a Rajków. Deceduto il 15 dicembre 2017
Stanisław Gustaw Jaster nato il 1 ° gennaio 1921 a Leopoli. Deceduto a Varsavia il 12 luglio 1943.
Józef Lempart nato il 19 settembre 1916. Deceduto in un incidente d’auto nel 1971
Eugeniusz Bendera nato il 13 o 14 marzo 1906 a Chortkiv. Deceduto a Varsavia il 7 luglio 1988.
Video musicale “Kazik Kommander’s Car” dall’album Coquette di Katy Carr, cantante inglese di origini polacche dedicato alla fuga di Kazimierz Piechowski da Auschwitz.
Emilio Corinaldi era nato a Milano il 26 dicembre 1898, coniugato con Liliana Bemporad.
Tenente del Genio nel Regio Esercito italiano serviva la sua Patria l’Italia.
Quella Patria che mostrandosi perfida matrigna con le leggi razziali italiane del 1938 lo tradiva cacciandolo dal Regio Esercito e privandolo di tutti i diritti fondamentali garantiti dallo Stato verso i propri cittadini.
Patria che lo arrestera’ il 31 ottobre 1943 a Milano. Successivamente deportato insieme alla moglie e al fratello Gino nel Campo di concentramento e centro di sterminio nazista tedesco di Auschwitz Birkenau dove verra’ assassinato all’arrivo l’11 dicembre 1943.
La mamma Pirani Lina verra’ arrestata a Venezia il 17 agosto 1944 e poi deportata ed assassinata all’arrivo ad Auschwitz il 7 settembre 1944.
“Noi Rom e Sinti siamo come i fiori di questa terra. Ci possono calpestare, ci possono eradicare, gassare, ci possono bruciare, ci possono ammazzare – ma come i fiori noi torniamo comunque sempre”.
„Mio fratello Ossi non era un criminale, era un semplice bambino Rom.” Karl Stojka
Josef Stojka “Ossi”
Dal Kalendarium Danuta Czech si legge: “Il 31 marzo 1943 e’ arrivato ad Auschwitz un trasporto di Rom proveniente da Vienna e dal campo di Lakkenbach. 182 uomini ricevono i numeri da Z5612 a Z-5793 e 256 donne e bambine i numeri da Z-6211 a Z-6466”.
Josef (Ossi) Stojka con la sua mamma e i suoi fratelli e sorelle erano in questo trasporto e furono rinchiusi nel “Campo per le famiglie zingare” – Zigeunerlager a Birkenau.
Ossi era il piu’ piccolo, morira’ di tifo il 18 maggio 1944. Il resto della famiglia riuscira’ a sopravvivere.
«Noi Rom e Sinti siamo come i fiori di questa terra.