78 anni fa la spettacolare fuga da Auschwitz

78 anni fa, il 20 giugno 1942 tra le tre e le quattro del pomeriggio, quattro prigionieri polacchi che lavoravano nei garage del deposito di approvvigionamento delle truppe SS fuggirono dal Campo di Auschwitz.

Kazimierz Piechowski (n. 918), Stanisław Gustaw Jaster (n. 6438), Józef Lempart (n. 3419) e Eugeniusz Bendera (n. 8502).

Tre di loro indossarono uniformi delle SS rubate dal magazzino, il quarto venne incatenato come un prigioniero.

Lasciarono il campo su un’automobile Steyer Typ 220 con il numero di targa SS-20868.

Ad 80 chilometri dal campo abbandonarono l’auto in un fosso.

Una volta riuscita la fuga, inviarono al comandante del lager una lettera nella quale ironicamente si scusarono di avergli rubato un’auto.

 

Kazimierz Piechowski nato il 3 ottobre 1919 a Rajków. Deceduto il 15 dicembre 2017

Stanisław Gustaw Jaster nato il 1 ° gennaio 1921 a Leopoli. Deceduto a Varsavia il 12 luglio 1943.

Józef Lempart nato il 19 settembre 1916. Deceduto  in un incidente d’auto nel 1971

Eugeniusz Bendera nato il 13 o 14 marzo 1906 a Chortkiv. Deceduto a Varsavia il 7 luglio 1988.

Video musicale “Kazik Kommander’s Car” dall’album Coquette di Katy Carr, cantante inglese di origini polacche dedicato alla fuga di Kazimierz Piechowski da Auschwitz.

F.to Archivio Museo Statale di Auschwitz

Emilio Corinaldi Tenente del Genio nel Regio Esercito italiano assassinato ad Auschwitz l’11 dicembre 1943

http://digital-library.cdec.it/cdec-web/persone/detail/person-1627/corinaldi-emilio.html

Emilio Corinaldi era nato a Milano il 26 dicembre 1898, coniugato con Liliana Bemporad.

Tenente del Genio nel Regio Esercito italiano serviva la sua Patria l’Italia.

Quella Patria che mostrandosi perfida matrigna con le leggi razziali italiane del 1938 lo tradiva cacciandolo dal Regio Esercito e privandolo di tutti i diritti fondamentali garantiti dallo Stato verso i propri cittadini.

Patria che lo arrestera’ il 31 ottobre 1943 a Milano. Successivamente deportato insieme alla moglie e al fratello Gino nel Campo di concentramento e centro di sterminio nazista tedesco di Auschwitz Birkenau dove verra’ assassinato all’arrivo l’11 dicembre 1943.

La mamma Pirani Lina verra’ arrestata a Venezia il 17 agosto 1944 e poi deportata ed assassinata all’arrivo ad Auschwitz il 7 settembre 1944.

La loro colpa l’essere “nati Ebrei”.

Questa e’ stata l’Italia fascista!

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L’arrivo ad Auschwitz di Giovanna Ester Costantini

74 anni fa, l’11 dicembre 1943 nel Campo di concentramento e Centro di sterminio nazista tedesco di Auschwitz Birkenau arrivo’ un trasporto del RSHA dall’Italia.

Il convoglio fu composto da vagoni piombati provenienti dal binario 21 della stazione centrale di Milano, dalla stazione di Verona e da Trieste. Al loro interno furono rinchiusi circa 600 ebrei arrestati in varie province del nord Italia tra le quali Varese, Como, Milano, Verona e Trieste.

Dopo la selezione, 61 uomini e 35 donne furono registrati nel Campo, le altre 504 persone furono immediatamente inviate all’arrivo alle camere a gas ed uccise con il gas. Di questo trasporto torneranno in Italia solo 14 persone.

Giovanna Ester Costantini nata il 18 luglio 1935 (8 anni) F.to http://digital-library.cdec.it/cdec-web/

Nel convoglio era presente la piccola Giovanna Ester Costantini nata il 18 luglio 1935 a Milano di solo 8 anni.

Venne arrestata insieme alla famiglia il 26 novembre 1943 a Venegono (prov. Varese) e rinchiusa prima nel carcere di Varese e poi trasferita in quello di Milano.

Parti’ con la mamma Nella Sara Terracini, il papa’ Cesare Augusto Benedetto Costantini e lo zio Roberto Costantini il 6 dicembre 1943 dal binario 21 della stazione centrale di Milano e verra’ insieme alla sua mamma uccisa immediatamente all’arrivo ad Auschwitz l’11 dicembre 1943.

Il papa’ e lo zio  registrati nel Campo, morirono alcuni mesi dopo.

Ogni giorno migliaia di visitatori calpestano il luogo della Memoria di Auschwitz ascoltando i racconti delle guide e vedendo foto di persone „Senza Nome”.

Ritengo importante quando possibile dare un nome, un volto e una storia alle tante persone che qui furono uccise solo per avere come colpa l’essere nati.

Come e’ possibile essere considerati „criminali” per nascita?

“È accaduto, quindi potrebbe accadere di  nuovo…”  (Primo Levi).

Fonti: CDEC, Italo Tibaldi „Compagni di viaggio”

Giacomo, Enrica e la piccola Virginia Terracina

Giacomo Terracina (detto Ciccio) era nato il 28 ottobre 1915 a Roma. Sportivo, giocava nella nazionale italiana di pallavolo ed era considerato un ottimo giocatore.

Si sposo’ con Enrica Di Segni nata a Roma il 27 maggio 1925, che diede alla luce la loro prima figlia Virginia il 2 giugno 1943.

Dopo pochi mesi dalla nascita mamma e bimba furono arrestate durante la razzia del 16 ottobre 1943 nel ex ghetto di Roma. Giacomo, che non si trovava in quel momento in casa, saputo dell’arresto le raggiunse nel disperato tentativo di salvarle. Venne anche lui arrestato.

Il 18 ottobre furono caricati alla stazione Tiburtina su un vagone piombato e diretti verso il Campo di concentramento e centro di sterminio nazista tedesco di Auschwitz-Birkenau.

Nel convoglio di 18 vagoni furono rinchiuse 1.023 persone, la maggioranza fu uccisa immediatamente all’arrivo a Birkenau il 23 ottobre 1943, tra loro la piccola Virginia di soli 4 mesi. Il suo papa’ e la sua mamma morirono nei mesi successivi.

Una giovane famiglia il cui sogno fu spezzato per sempre dalla mano assassina nazista fascista.

Oggi, in via del Tempio 4 a Roma si trovano davanti alla casa dove abitavano le tre pietre d’inciampo in loro ricordo.

In particolare oggi e’ importante „inciampare” su queste pietre al fine di ricordarci di cosa e’ capace l’uomo. Trasformare la Memoria emotiva in voglia di conoscenza. Attraverso lo studio della storia dobbiamo capire quali furono i segnali e motivi (tutti sbagliati e non condivisibili) che portarono a questo, cosi’ da saperli riconoscere nel nostro presente e poter indirizzare il nostro futuro nella giusta direzione. La “Memoria dinamica”.

“È accaduto, quindi potrebbe accadere di  nuovo…”  (Primo Levi).

Il luogo di arrivo del primo trasporto italiano da Roma del 23 ottobre 1943

Fonti: Cdec, Fondazione Museo della Shoah Roma