“E’ dai sogni che si alimenta la vita”…

Esce oggi 14 settembre 2021 il nuovo contributo video realizzato da “Arte dietro il filo spinato”

Arte Dietro il Filo Spinato – AVRAI (C. Baglioni)

Come nasce “Arte dietro il filo spinato”

Nel 2017 incontro Tony Sette, Cristian Colusso, Gianni Zongaro e Francesco Zanelli in occasione di una loro visita al Campo di Auschwitz. Tra noi nasce immediatamente ed istintivamente un’amicizia tramata di affinità e sensibilità comuni, che darà anche vita a una serie di progetti condivisi di natura artistica ed educativo-pedagogica. Da questo incontro prendera’ forma, nel 2019, il progetto L’Arte dietro il filo spinato.

Auschwitz è un luogo reale, poi assurto a simbolo di una tragedia che né le parole né le immagini possono compiutamente descrivere: l’enorme quantità di testimonianze dirette, di documenti e di analisi storiografiche possono solo restituire per approssimazione l’orrore che si è consumato nei campi di sterminio.

Auschwitz è stata una tragedia indicibile che al contempo non si può tacere né, tanto meno, dimenticare. Dove mancano le parole, l’arte, in tutte le sue forme, può farsi carico della Memoria di quel genocidio; Memoria viva di un passato che non smetterà mai di passare.

Nella consapevolezza e nel rispetto dell’enormità del tema, il nostro progetto artistico – una tessitura artigianale di musica e parole – intende dare un piccolo, appassionato contributo per mantenere viva la memoria di quanto è accaduto nel Campo di Auschwitz-Birkenau.

La narrazione procede per immagini, tra loro legate da un filo musicale contemporaneo, che restituiscono quasi delle “istantanee” (talvolta di grande realismo, talora potentemente evocative) del Campo e degli eventi che ne scandivano la non-vita. Immagini spesso dotate di una straniante qualità formale che nel loro silenzio che non tace assumono la forza evocativa di una testimonianza dall’interno, autenticamente vera perché priva di filtri.

“Arte dietro il filo spinato”

Canzoni d’autore eseguite da Tony Sette (voce e chitarra), Francesco Zanelli (voce), Marzia Lucchetta (voce), Gianni Zongaro (chitarre e voce), Daniele Dibiaggio (tastiere e voce), Simone Corazza (basso), Cristian Colusso (batteria).

Voce narrante: Michele Andreola

Con la preziosa collaborazione di Ivana Battaglia

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“Le donne entrarono per la gran porta […]”

Pushing chairs author Francis Reisz Paris 1945 Collections of the Auschwitz Birkenau State Museum

” […]Le donne entrarono per la gran porta e sostarono nell’atrio.

Le attendevano colà cinquanta carrozzine da bimbo. Il tedesco ordinò a ciascuna di prendere una carrozzina e di spingerla, in fila per cinque, per tre chilometri fino al magazzino dove veniva raccolto e smistato il bottino dei convogli.

La tensione nervosa si attenuò, ma su ogni volto si stampò una piega di dolore.

Lo strano corteo si mosse: le madri che avevano lasciato dei figli lontano poggiavano le mani sul manubrio cercando istintivamente la posizione più naturale, alzando dinanzi agli ostacoli prontamente le ruote anteriori. Vedevano giardini, viali, bimbi rosei addormentati nelle carrozzine sotto vaporose copertine rosa e celesti.

Le donne che avevano perduto i bambini al crematorio provavano lo struggimento fisico di aver un piccolo attaccato al seno e non vedevano che un lungo pennacchio di fumo che si perdeva nell’infinito.

Quelle che non erano state madri, spingendo maldestre le carrozzine, pensavano che mai lo sarebbero diventate e ringraziavano Dio.

E tutte le carrozzine vuote stridevano, sussultavano e si urtavano con l’aria stanca e desolata degli esuli perseguitati. […]”

Giuliana Tedeschi, tratto dal suo libro “C’è un punto della terra… Una donna nel lager di Birkenau” (ed. Giuntina – pag.76).

 

 

Cracovia aperta la mostra “Faccia a Faccia. Arte ad Auschwitz.”

 

Fot. http://auschwitz.org

In occasione del 70 ° anniversario della creazione del Museo Statale di Auschwitz-Birkenau presso l’ex Campo di Concentramento e centro di sterminio nazista tedesco di Auschwitz Birkenau, dal 6 luglio fino al 20 settembre 2017 e’ possibile visitare la mostra „Twarzą w Twarz. Sztuka w Auschwitz”  („ Faccia a Faccia. Arte ad Auschwitz”)  aperta presso il Museo Nazionale di Cracovia nella divisione che si trova in Piazza Szczepański 9 a Cracovia.

Visitandola si avra’ l’opportunita’ di vedere la raccolta piu’ completa di opere originali fatte dai prigionieri durante il loro internamento al Campo di Auschwitz.

Sin dai primi trasporti nel Campo di Auschwitz furono internati membri dell’intellighenzia polacca (Aktion A-B) considerati dai nazisti tedeschi un pericolo per il loro progetto. Tra loro, professori, medici, avvocati, religiosi e anche un folto gruppo di artisti. Nel periodo successivo verranno internati ad Auschwitz persone provenienti da vari paesi europei, la maggioranza rappresentata da ebrei. Nonostante il trattamento peggiore e spietato a loro riservato alcuni riuscirono comunque a creare delle opere.

La mostra presenta circa 200 opere originali create dai prigionieri. Visitandola si ha la possibilita’ di capire attraverso l’arte svolta illegalmente la realta’ del Campo, l’orrore, i sogni dei prigionieri e la speranza.  Altre opere commissionate direttamente dalle autorita’ SS mostrano invece arte di propaganda, disegni e modelli tecnici relativi all’ampliamento del Campo e quadri a tema connessi a passioni private delle SS.

Sara’ inoltre esposta la scritta originale “Arbeit macht frei” simbolo del crudele cinismo posta dai nazisti sul cancello d’ingresso del Campo di Auschwitz I forgiata dal prigioniero politico polacco Jan Liwacz (nr. di registrazione al 1010).

La mostra sarà visibile fino al 20 settembre 2017.

Invito tutti coloro che si trovano a Cracovia ad andare a visitare la mostra, che nella sua unicita’ attraverso l’arte, espressione dell’animo umano, ci aiuta a comprendere  cosa significava “Auschwitz”.

Ulteriori informazioni:

Museo  Statale di Auschwitz-Birkenau

Museo Nazionale di Cracovia