“Samudaripen” – “Tutti morti”. Genocidio del popolo Rom e Sinti.

Auschwitz II Birkenau

“Noi Rom e Sinti siamo come i fiori di questa terra. Ci possono calpestare, ci possono eradicare, gassare, ci possono bruciare, ci possono ammazzare – ma come i fiori noi torniamo comunque sempre”.

Karl Stojka.

Sopravvissuto ad Auschwitz nr. Z-5742

 

 

Josef (Ossi) Stojka ad Auschwitz-Birkenau Z-5741

„Mio fratello Ossi non era un criminale, era  un semplice bambino Rom.”   Karl Stojka 

Josef Stojka “Ossi”

Dal Kalendarium Danuta Czech si legge:  “Il 31 marzo 1943 e’ arrivato ad Auschwitz un trasporto di Rom proveniente da Vienna e dal campo di Lakkenbach. 182 uomini ricevono i numeri da Z5612 a Z-5793 e 256 donne e bambine i numeri da Z-6211 a Z-6466”.

Josef (Ossi) Stojka con la sua mamma e i suoi  fratelli e sorelle erano in questo trasporto e furono rinchiusi nel “Campo per le famiglie zingare” –  Zigeunerlager a Birkenau.

Ossi era il piu’ piccolo, morira’ di tifo il 18 maggio 1944. Il resto della famiglia riuscira’ a sopravvivere.

«Noi Rom e Sinti siamo come i fiori di questa terra.

Ci possono calpestare,

ci possono eradicare, gassare,

ci possono bruciare,

ci possono ammazzare –

ma come i fiori noi torniamo comunque sempre…»

Karl Stojka

26 febbraio 1943 – Arrivo del primo trasporto di Rom e Sinti ad Auschwitz – Birkenau

APERTURA DELLO ZIGEUNERLAGER

Il 26 febbraio del 1943 con l’arrivo ad Auschwitz- Birkenau del primo trasporto di Sinti- Rom venne ufficialmente messo in funzione il  „Campo per famiglie zingare” – „Zigeunerlager”.

Fu il primo dei 6 Campi ultimati nel settore BII di Birkenau. Era costituito da 32 baracche. Le condizioni igieniche erano tragiche, mancanza d’acqua e canalizzazioni. Solo in 3 baracche c’erano i lavandini e in 2 baracche le latrine.

Ad Auschwitz- Birkenau furono deportati Rom e Sinti da tutta l’Europa. Il gruppo piu’ numeroso furono i Sinti e Rom dall’Austria e Germania circa i 2/3 dei deporati (14.000 persone); poi i Sinti e Rom provenienti dal Protettorato di Cechia e Moravia (4.500 persone circa) e 1.300 Rom dalla Polonia occupata. A questa cifra vanno aggiunti circa 1.700 Rom provenienti da Bialistock (Polonia)  che sospettati di tifo non furono registrati ed inviati direttamente nelle camere a gas e uccisi.

In generale, fino alla fine del 1943  nello Zigeunerlager furono deportate circa 18.736 persone, nel 1944  circa 2.207 persone. Di queste circa  9.500 furono i bambini al di sotto dei 14 anni e circa 380 i bambini nati nel Campo.

Ad Auschwitz Birkenau morirono circa 21.000 Sinti e Rom provenienti da 12 Stati.

Oggi visitando il Museo di Auschwitz e’ possibile visitare la mostra dedicata al genocidio di Sinti e Rom nel blocco numero 13 di Auschwitz 1. L’esposizione e’ stata aperta ufficialmente il 2 agosto 2001. Il progetto venne realizzato su iniziativa del „Centro di documentazione e Cultura Sinti e Rom” di Heidelberg, dall’ Associazione Rom polacchi, dal Museo della cultura Rom di Brno, da varie organizzazioni Rom Olandesi, Ungheresi, Serbe, Ucraine e dal Museo Statale di Auschwitz Birkenau.

Nel settore BIIe di Birkenau e’ inoltre possibile visitare il monumento in ricordo alle vittime eretto da Vincenz Rose negli anni settanta e risitemato dal nipote Romani Rose  nel 2007.

Monumento Sinti Rom Birkenau BIIe Fot. http://faculty.berea.edu

Poesia di Alexian Santino Spinelli incisa sul Roma Memorial di Berlino

Auschwitz

Muj shukho                                 Faccia incavata

Jakha kale                                    Occhi oscurati

Wust shurde..                             Labbra fredde..

Kwite..                                            Silenzio..

Jilo cindo                                      Cuore strappato

Bi dox                                             Senza fiato

Bi lav                                               Senza parole

Nikht rovibe                                Nessun pianto

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Insieme per sempre… la notte del 2 agosto 1944 nel Campo delle famiglie zingare a Birkenau

Fot. http://auschwitz.org/

Helene Hannenmann era una donna tedesca ariana sposata con Johann violinista Rom. Dal loro matrimonio nacquero cinque bambini, due dei quali gemelli.

Quando nel maggio del 1943 la polizia tedesca entrò nel loro appartamento a Berlino per portare via suo marito e i cinque figli, non esitò e decise di restare con loro.

I nazisti deportarono l’intera famiglia nel Campo di concentramento e centro di sterminio nazista tedesco di Auschwitz-Birkenau. Una volta arrivati al Campo furono rinchiusi nella sezione BIIe di Auschwitz II-Birkenau, lo Zigeunerlager, il “Campo delle famiglie zingare”.

Alla signora Hannemann, di origine tedesca ariana, fu assegnato un lavoro presso il Kindergarten. Nel “Campo delle famiglie zingare”, il dottor Mengele ordinò il cosiddetto Kindergarten una sorta di asilo nido e scuola materna, in cui furono inclusi bambini sotto i 6 anni, compresi quelli oggetto del suo interesse. Molti bambini della scuola materna furono vittime dei suoi esperimenti.

Helene Hannemann, ottenne una promessa personale dal Dr. Mengele che lei e i suoi cinque figli sarebbero stati salvati.

Quando gli uomini delle SS arrivarono alla sezione BIIe con l’obiettivo di procedere alla sua liquidazione nella fatidica notte del 2 agosto 1944, Helene si nascose con i figli nel Kindergarten.

Una volta ultimata l’uccisione di piu’ di 2.800 persone, le SS continuarono ad ispezionare ognuna delle baracche dello Zigeunerlager alla ricerca di eventuali prigionieri nascosti all’interno.

Quando arrivarono al Kindergarten, trovarono tremanti di paura e terrorizzati Helene con i suoi cinque figli.

Le SS offrirono a Helene l’opportunità di salvarsi, era tedesca, non doveva morire, ma le imposero una condizione terribile, che se ne andasse sola lasciando i suoi figli.

Senza esitare si rifiutò e con i suoi cinque figli morì il 2 agosto 1944 in una camera a gas di Birkenau.

I cinque figli e il marito di Helene avevano commesso un solo crimine per i nazisti, erano nati „Rom”.

 

Fonti: www.auschwitz.org

2 agosto 1944 – 73° anniversario della liquidazione dello Zigeunerlager – Campo per le famiglie zingare

Il 2 agosto di ogni anno si ricorda  la liquidazione dello „Zigeunerlager” – „Campo delle famiglie zingare” aperto il 26 febbraio 1943 nel settore BIIe di Auschwitz II – Birkenau.  Nella notte tra il 2 e 3 agosto 1944 entreranno nel Campo alcuni autocarri con i quali circa 2.890 uomini, donne e bambini inermi verranno portati nelle camere a gas del crematorio nr. 5 e uccisi con il gas. I corpi poi verranno bruciati all’aperto nelle fosse scavate accanto al crematori, in quanto i forni crematori al momento non erano in funzione.

In generale ad Auschwitz Birkenau morirono circa 21.000 Sinti e Rom provenienti da 12 Stati.

SINTI E ROM NEL CAMPO DI AUSCHWITZ- BIRKENAU PRIMA DELL’APERTURA DELLO ZIGEUNERLAGER.

In base alle liste dei nuovi arrivati conservate nell’archivio del Museo di Auschwitz, risulta che i Rom vennero deportati ad Auschwitz dal 9 luglio del 1941. All’inizio ricevevano i numeri generali del Campo e come motivo dell’arresto erano segnati come asociali. Altre informazioni si hanno attraverso il “libro giornaliero” (Starkebucher) compilato dal gennaio all’agosto 1942 dove veniva annotato il numero dei prigionieri al mattino e alla sera, cosi’ come eventuali decessi; ed anche attraverso i telegrammi all’RSHA riguardanti le fughe, il libro dei prigionieri rinchiusi nel blocco 11 e il registro dell’ospedale.

Importanti informazioni si trovano anche nei registri dei trasporti degli asociali provenienti dal Protettorato di Cechia e Moravia dal 1942 al 1944. Secondo i documenti nei 7 trasporti inviati ad Auschwitz da Brno (tutti nel 1942) risultano presenti anche Sinti e Rom. In totale arrivarono ad Auschwitz 132 Rom. Ad esempio, il trasporto del 7 dicembre 1942 era composto solo da Rom, 60 maschi e 31 femmine. Un gruppo di 93 Rom arrivo’ ad Auschwitz il 3/12/1942 (in base ad una nota dell’ufficiale di giornata). Non si sa il destino di queste persone. Il trasporto non venne registrato nel campo. Molto probabilmente furono uccisi nella camera a gas. Nel gennaio e febbraio del 1943 (28/01/1943 – 16/02/1943) con trasporti provenienti dal sud della Polonia erano presenti anche un certo numero di Rom. In base alla documentazione si puo’ quindi dire che prima dell’apertura dello Zigeunerlager ad Auschwitz erano stati deportati circa 370 Sinti e Rom.

APERTURA DELLO ZIGEUNERLAGER

Il 16 dicembre 1942 con il decreto di Himler “Ordine di Auschwitz” (Auschwitz-Erlass) si ordina la deportazione dei Sinti e Rom tedeschi ad Auschwitz-Birkenau.  Con il documento successivo del 29/01/1943 della RSHA si spiega come organizzare le deportazioni. L’ordine riguardava anche i bambini che inizialmente erano raccolti negli orfanotrofi. Anche loro furono deportati ad Auschwitz Birkenau. Un esempio sono i bambini dell’orfanotrofio di Mulfingen dove circa 40 bambini furono utilizzati dalla dottoressa Eva Justin (collaboratrice del dottor Ritter) per le sue ricerche. Finite le ricerche, furono inviati tutti al Campo di concentramento e centro di sterminio di Auschwitz-Birkenau dove sopravvissero solo in 4.

Il primo trasporto di Sinti- Rom nel „Campo per famiglie zingare” – „Zigeunerlager” arrivo’ a Birkenau il 26.02.1943. Il Campo non era ancora ultimato e le condizioni per gli internati erano veramente dure. Fu il primo dei 6 settori ultimati nel BII. Era costituito da 32 baracche. Alla destra numeri pari (2 – 32) alla sinistra dispari (1-31). Nella baracca nr. 1 si trovava il magazzino del cibo, nella baracca nr. 2 l’ufficio di lavoro, nella baracca nr. 3 il magazzino dei vestiti, nella baracca nr. 8 la sede del dipartimento politico; nelle baracche 29 e 31 l’asilo nido e il “Kindergarten”; nelle baracche nr. 30 e 32 l’ospedale del Campo “Krankenbau”. Vennero poi aggiunte altre baracche (24-26-28). Le condizioni igieniche erano tragiche, mancanza d’acqua e canalizzazioni. Solo in 3 baracche c’erano i lavandini e in 2 baracche le latrine.

Ad Auschwitz- Birkenau furono deportati Rom e Sinti da tutta l’Europa. Il gruppo piu’ numeroso furono i Sinti e Rom dall’Austria e Germania circa i 2/3 dei deporati (14.000 persone); poi i Sinti e Rom provenienti dal Protettorato di Cechia e Moravia (4.500 persone circa) e 1.300 Rom dalla Polonia occupata. A questa cifra vanno aggiunti circa 1.700 Rom provenienti da Bialistock (Polonia)  che sospettati di tifo non furono registrati ed inviati direttamente nelle camere a gas e uccisi. In generale, fino alla fine del 1943  nello Zigeunerlager furono deportate circa 18.736 persone, nel 1944  circa 2.207 persone. Di queste circa  9.500 furono i bambini al di sotto dei 14 anni e circa 380 furono i bambini nati nel Campo. Nei cosidetti libri del „Campo Zingari” venivano registrati separatamente maschi e femmine. Nel luglio del 1944 prima della liquidazione un prigioniero polacco Tadeusz Joachimowski riusci’ a sotterrare questi libri e a salvarli. Sono scritti quasi 21.000 nomi di Sinti e Rom di provenienza di tutta Europa, la maggioranza di loro uccisa nel Campo.

Nel 1993 e’ stato pubblicato dal Museo di Auschwitz il libro dal titolo: “Libro della Memoria dei Sinti e Rom nel Campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau” con  presenti tutti i 21.000 nomi.

Poesia di Alexian Santino Spinelli incisa sul Roma Memorial di Berlino

Auschwitz

Muj shukho                                 Faccia incavata
Jakha kale                                    Occhi oscurati
Wust shurde..                             Labbra fredde..
Kwite..                                            Silenzio..
Jilo cindo                                      Cuore strappato
Bi dox                                             Senza fiato
Bi lav                                               Senza parole
Nikht rovibe                                Nessun pianto

Roma Memorial di Berlino

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Bronislawa Wajs PAPUSZA “Lacrime di sangue”

Papusza, fot. Archivio Museo Provinciale di Tarnow

Bronislawa Wajs, detta Papusza (Bambola), è stata tra i massimi rappresentanti della letteratura romanì. Nata nel 1910 in Polonia in una famiglia appartenente ad un gruppo di famiglie nomadi, riuscì ad imparare a leggere e a scrivere frequentando furtivamente la scuola nei villaggi prossimi al luogo in cui la sua famiglia si accampava. A quindici anni sposò Dionizy Wajs, un vecchio suonatore d’arpa. Cominciò a scrivere e cantare ballate, che a volte intitolava semplicemente “Canzoni uscite dalla testa di Papusza”; ballate che parlavano della sua vita, del suo popolo, della povertà, della libertà e dell’amore. Nel 1949 il poeta polacco Jerzy Ficowski ascoltandola ne comprese il talento e trascrisse le sue opere pubblicandole su una rivista.  Questo ha segnato l’inizio della notorietà di Papusza ma anche delle incomprensioni presso la gente del suo popolo. Ficowski era un sostenitore della politica di sedentarizzazione forzata dei Rom e pensò bene di utilizzare Papusza ed i suoi versi come materiale propagandistico. Papusza protestò, ma non ottenne nulla. Disperata, distrusse tutte le poesie che aveva scritto. Ciò non le evitò comunque la condanna da parte del Baro Shero, la più grande autorità dei Rom polacchi. Venne dichiarata impura ed espulsa dal gruppo. Passò gli ultimi anni in un doloroso isolamento. Morì nel 1987.

Tante le poesie scritte io ho scelto quella piu’ famosa „Lacrime di sangue”. Descrive cio’ che ha subito il suo popolo per mano dei soldati tedeschi a Volyn nel 1943 e 1944. Racconta dei mesi difficili durante i quali i Rom si nascosero nei boschi per sfuggire alla persecuzione dei soldati nazisti. Come tutte le poesie di Papusza, anche questa ha un carattere autobiografico.

Lacrime di sangue

Nel bosco. Niente acqua, né fuoco. Grande la fame.
Dove avrebbero potuto dormire i bimbi? Non c’era tenda.
Non avremmo potuto accendere il fuoco la notte.
Di giorno, il fumo avrebbe avvisato i tedeschi.
Come vivere con dei bimbi nel freddo dell’inverno?
Tutti sono scalzi…
Quando decisero di ucciderci per prima cosa ci costrinsero ai lavori forzati.

Un tedesco venne a trovarci:
Ho cattive notizie per voi. Vogliono uccidervi stanotte.
Non ditelo a nessuno. Sono anch’io uno scuro zingaro,
del vostro sangue – dico la verità.
Dio vi aiuti nella nera foresta.
Dette queste parole ci abbracciò tutti…

Niente cibo per due tre giorni.
Tutti a dormire affamati.
Non riuscendo a dormire fissavano le stelle.
Dio, quanto è bello vivere!
I tedeschi non ce lo permetteranno.

Ah, tu, mia piccola stella! All’alba tu sei grande!
Abbaglia i tedeschi! Confondili,
portali fuori strada
così i bambini ebrei e zingari potranno vivere!

Quando arriverà il grande inverno,
cosa farà la zingara con il suo bimbetto?
Dove troverà dei vestiti? Sono tutti diventati stracci.
Uno vuole morire.
Nessuno sa, solo il cielo, solo il fiume ascolta il nostro lamento.

Gli occhi di chi ci videro come nemici?
La bocca di chi ci maledisse?
Non ascoltarli, Dio
Ascolta noi!

Giunse una notte fredda, le vecchie zingare cantarono
una fiaba zingara: verrà un biondo inverno,
la neve, come piccole stelle, coprirà la terra e le mani.
Gli occhi neri geleranno i cuori moriranno.

Tanta neve cadde che coprì la strada.
Avresti potuto vedere solo la Via Lattea nel cielo.

In questa notta gelida una piccola figlia muore,
e in quattro giorni le madri seppelliscono nella neve
quattro piccoli figli.
Sole, senza di te guarda che piccolo zingaro sta morendo di freddo
nella grande foresta.

Una volta, a casa, la luna restava nella finestra,
non mi lasciava dormire. Qualcuno guardò dentro.
Chiesi – chi è?
– Apri la porta, mia bruna zingara.
Vidi una bella ragazza ebrea,
che tremava di freddo e cercava da mangiare.
Povera creatura, piccola mia.
Le ho dato del pane, quello che avevo, una camicia.
Dimenticammo entrambe che non lontano c’era la polizia.
Ma non vennero quella notte.

Tutti gli uccelli stanno pregando per i nostri bimbi, così la gente cattiva, le vipere, non li uccideranno.
Ah, destino! Sventurata ventura

La neve cadde fitta come foglie, ci sbarrò la strada,
una neve così pesante seppellì le ruote dei carri.
Qualcuno dovette battere a piedi una pista,
spingere i carri dietro i cavalli.

Quanta miseria e fame!
Quanti affanni, quante strade!
Quante pietre aguzze hanno ferito i nostri piedi!
Quanti proiettili hanno sfiorato le nostre orecchie!

ERNA LAUENBURGER “UNKU” – SIMBOLO DEL PORRAJMOS

Nel Campo di concentramento e centro di sterminio nazista tedesco di Auschwitz- Birkenau furono deportati Rom e Sinti da tutta l’Europa. Il gruppo piu’ numeroso fu deportato dall’Austria e Germania (circa i 2/3, 14.000 persone); altri dal Protettorato di Cechia e Moravia (circa 4.500 persone) e 1.300 Rom dalla Polonia occupata. Vanno poi aggiunti circa 1.700 Rom provenienti da Bialistock (Polonia) che sospettati di tifo non furono registrati ed inviati direttamente nelle camere a gas e uccisi. In totale furono deportate circa 23.000 persone di questi circa 11.000 i bambini (9.500 al di sotto dei 14 anni) e circa 380 furono i bimbi nati nel Campo. 21.000 persone circa furono uccise ad Auschwitz – Birkenau.

“Porrajmos” “Annientamento – Distruzione” il genocidio a volte dimenticato di Rom e Sinti.

Ho scritto una serie di numeri e cifre che in realta’ sono persone, nomi e cognoni ed ognuno con una sua storia. Di alcuni le conosciamo di altri purtroppo e’ andata perduta anche la Memoria. Tra quelle conosciute oggi vorrei brevemente raccontare la storia di “Unku”.

Erna Lauenburger “UNKO” Foto Weltzel Hanns

Erna Lauenburger “Unku” era una ragazza Sinti tedesca nata il 4 marzo 1920 a Berlino-Reinickendorf (Germania). Unku divento’ famosa perché fu la protagonista di un libro per bambini pubblicato nel 1931 dallo scrittore-Grete Weiskopf Bernheim (il cui pseudonimo era Alex Wedding) dal titolo “Ede und Unku”.

Erna e la sua famiglia vivevano negli anni ’20 a Berlino e si trasferirono nei primi anni 30 a Magdeburgo. Erna sposò Otto Schmidt, che fu arrestato dai nazisti nel 1938, quando Unku era in avanzato stato di gravidanza e morì nel campo di concentramento di Buchenwald nel novembre del 1942.

La figlia di Otto e Erna, una bellissima bambina di nome Marie nacque il 25 agosto 1938.

Il 12 Aprile, 1939, Unku a 19 anni di età, fu chiamata dalla polizia giudiziaria, interrogata, le presero le impronte digitali e fu registrata in un file enorme realizzato dal nazista dottor Robert Ritter del „Centro di Ricerca per l’Igiene e la Razza” per il solo fatto della sua origine sinta.

Fotografía dall’ archivo della Polizía criminale di Magdeburgo. Foto Dolumentations und Kulturzentrum Deutscher Sinti und Roma

Dopo la pubblicazione del decreto del 17 ottobre 1939 (decreto di stabilizzazione n. 149 dove Rom e Sinti non possono lasciare il luogo in cui si trovano – festsetzungserlass) Unku cosi’ come molti Sinti del Reich  firmo’ il documento dove si proibiva di cambiare il luogo di residenza.

Nel 1941, i nazisti classificarono Unku come “Zingara mista”.

Il 24 settembre 1942 diete alla luce il suo secondo genito Bärbel Lauenburger.

Erna fu rinchiusa nel „Campo di concentramento per zingari” di Magdeburgo, dove condivise la sua vita con centinaia di Sinti- Rom.

Ai primi di marzo del 1943, Unku e la sua famiglia insieme al resto dei Sinti-Rom rinchiusi a Magdeburgo fu deportata nel Campo di concentramento e centro di sterminio nazista tedesco di Auschwitz-Birkenau.

Erna divento’ il nr. Z-633 e i suoi figli, Marie-Z 635 e Bärbel Z-634.

A causa della morte della figlia Marie, Erna non supero’ il dolore e cadde in un profondo stato di degrado, e fu trasferita dallo Zigeunerlager al campo ospedale, Campo che significava solo la morte.

Erna Lauenburger “Unku” mori’ il 2 luglio 1943.

Unku è diventata un simbolo del Porrajmos (Genocidio dei Sinti Rom). La sua perdita simboleggia la perdita di quasi tutta una generazione di giovani Sinti. Sogni e vite spezzate dall’odio e dalla barbarie nazista.

Libro “Ede und unku” 1931
Il libro racconta la storia di amicizia tra un ragazzo tedesco (Ede) figlio della classe operaia e una ragazza tedesca Sinti (Unku) nella città di Berlino. Unku all’epoca aveva 11 anni. La sua famiglia  aveva stretto amicizia con l’autore del libro Grete Weiskopf. Libro che fu vietato da Hitler e venne bruciato nella notte del 10 maggio 1933, quando molti tedeschi  parteciparono al rogo pubblico per la distruzione dei libri proibiti in Germania. Le cause che  portarono al suo divieto erano dovute al fatto che era stato scritto da un autore ebreo Grete Weiskopf-Bernheim (pseudonimo di Alex Wedding), ed anche perche’ la sua protagonista era una ragazza Sinta. Le foto di Ede e Unku presenti nel libro vennero scattate da John Heartfield. Le foto presenti nel libro dimostrano che la trama è di fantasia, ma che si basa su persone reali.

Degli undici Sinti presenti nel libro solo uno sopravvisse all’Olocausto.

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