Non fareste anche voi altrettanto?

…”Ma le madri vegliarono a preparare con dolce cura il cibo per il viaggio, e lavarono i bambini, e fecero i bagagli, e all’alba i fili spinati erano pieni di biancheria infantile stesa al vento ad asciugare; e non dimenticarono le fasce, e i giocattoli, e i cuscini, e le cento piccole cose che esse ben sanno, e di cui i bambini hanno in ogni caso bisogno. Non fareste anche voi altrettanto? Se dovessero uccidervi domani col vostro bambino, voi non gli dareste oggi da mangiare?”….

Primo Levi “Se questo e’ un uomo” Ultima notte nel Campo di Fossoli di Carpi

 

Foto: barattolo di borotalco per bambini (Olanda)

Oggetti dalla collezione della “Foundation of Memory Sites near Auschwitz-Birkenau” http://www.auschwitz-podobozy.org/

 

 

Il buio della ragione umana

Tramonto a Birkenau  Fot. Michele
Tramonto a Birkenau Fot. Michele

 

Il tramonto di Fossoli

Io so cosa vuol dire non tornare.
A traverso il filo spinato
Ho visto il sole scendere e morire;
Ho sentito lacerarmi la carne
Le parole del vecchio poeta:
“Possono i soli cadere e tornare:
A noi, quando la breve luce è spenta,
Una notte infinita è da dormire”.

7 febbraio 1946
Primo Levi

Il libro che raccoglie le poesie scritte da Primo Levi:

“Ad ora incerta” di Primo Levi
Garzanti, Milano, 1990

E’ accettabile essere considerati colpevoli in quanto nati?

Fot. Carlo Beolchi

[…] Ma le madri vegliarono a preparare con dolce cura il cibo per il viaggio, e lavarono i bambini, e fecero i bagagli, e all’alba i fili spinati erano pieni di biancheria infantile stesa al vento ad asciugare; e non dimenticarono le fasce, e i giocattoli, e i cuscini, e le cento piccole cose che esse ben sanno, e di cui i bambini hanno in ogni caso bisogno. Non fareste anche voi altrettanto? Se dovessero uccidervi domani col vostro bambino, voi non gli dareste oggi da mangiare. […]

Primo Levi “Se questo e’ un uomo”

Nel blocco numero 6 ad Auschwitz I l’ultima stanza e’ dedicata ai bambini. Passando davanti ai vestitini, alle scarpine degli innocenti piu’ innocenti di tutti,  mi viene sempre alla mente questo pensiero di Primo Levi nel racconto dell’ultima notte nel Campo di Fossoli prima della partenza verso Auschwitz.

Per la mano assassina nazista, l’unica colpa di questi bambini era quella di essere nati.

E’ accettabile essere considerati colpevoli in quanto nati?

 

Fot. Carlo Beolchi

 

Arbeit macht frei

“[…]Se il fascismo avesse prevalso, l’Europa intera si sarebbe trasformata in un complesso sistema di campi di lavoro forzato e di sterminio, e quelle parole, cinicamente edificanti, si sarebbero lette sulla porta di ingresso di tutte le officine e di tutti i cantieri.[…]” Primo Levi

“[…]Siamo rimasti scioccati dal cinismo dei tedeschi. Hanno scritto “il lavoro rende liberi”, ma noi abbiamo capito subito vedendolo con i nostri occhi che il lavoro ad Auschwitz era il mezzo per uccidere.  Così presto abbiamo messo insieme il detto “Arbeit Macht Frei durch den Schornstein”, cioè “il lavoro rende liberii [verso l’uscita] attraverso il camino”. La frase  “Arbeit macht frei” era per noi un simbolo dell’inferno.[…]” Kazimierz Albin

“[…]Sono passato attraverso il cancello del campo. Sì, ora ho capito l’iscrizione sul cancello! Oh sì, davvero … il lavoro libera … ti libera dal Campo..  dalla tua  coscienza, io l’ho appena sperimentato. Libera l’anima dal tuo corpo guidandolo verso il crematorio[…] “. Witold Pilecki

“[…]Quando ho visto la scritta “Arbeit macht frei”, ho pensato che non sarebbe stato male, perché non temevo il lavoro e probabilmente sarei stata liberata presto. Aiutavo i miei nonni nella raccolta del fieno[…]”. Zofia Posmysz-Piasecka

 

Il viaggio…

“… Ci portarono alla stazione. Qui ci attendeva il treno e la scorta per il viaggio. Eravamo 650 e i vagoni erano dodici: vagoni merci, chiusi dall’esterno, e dentro uomini, donne, bambini, compressi senza pietà, come merce di poca importanza, in viaggio verso il nulla.

Avevamo appreso la nostra destinazione: Auschwitz, un nome che – allora – era per noi ancora privo di significato.

Gli sportelli furono chiusi subito, ma il treno si mosse solo a sera. Viaggiava lentamente e dalla feritoia vedemmo gli ultimi panorami italiani. Guardavamo in silenzio ed io pensavo alla gioia che avrei provato al ritorno, quando avrei rivisto i primi nomi di città italiane.

Non sapevo che delle quarantacinque persone del mio vagone, quattro soltanto avrebbero rivisto le loro case…”

Primo Levi

“Se questo e’ un uomo”