Emilio Corinaldi Tenente del Genio nel Regio Esercito italiano assassinato ad Auschwitz l’11 dicembre 1943

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Emilio Corinaldi era nato a Milano il 26 dicembre 1898, coniugato con Liliana Bemporad.

Tenente del Genio nel Regio Esercito italiano serviva la sua Patria l’Italia.

Quella Patria che mostrandosi perfida matrigna con le leggi razziali italiane del 1938 lo tradiva cacciandolo dal Regio Esercito e privandolo di tutti i diritti fondamentali garantiti dallo Stato verso i propri cittadini.

Patria che lo arrestera’ il 31 ottobre 1943 a Milano. Successivamente deportato insieme alla moglie e al fratello Gino nel Campo di concentramento e centro di sterminio nazista tedesco di Auschwitz Birkenau dove verra’ assassinato all’arrivo l’11 dicembre 1943.

La mamma Pirani Lina verra’ arrestata a Venezia il 17 agosto 1944 e poi deportata ed assassinata all’arrivo ad Auschwitz il 7 settembre 1944.

La loro colpa l’essere “nati Ebrei”.

Questa e’ stata l’Italia fascista!

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L’arrivo ad Auschwitz di Giovanna Ester Costantini

74 anni fa, l’11 dicembre 1943 nel Campo di concentramento e Centro di sterminio nazista tedesco di Auschwitz Birkenau arrivo’ un trasporto del RSHA dall’Italia.

Il convoglio fu composto da vagoni piombati provenienti dal binario 21 della stazione centrale di Milano, dalla stazione di Verona e da Trieste. Al loro interno furono rinchiusi circa 600 ebrei arrestati in varie province del nord Italia tra le quali Varese, Como, Milano, Verona e Trieste.

Dopo la selezione, 61 uomini e 35 donne furono registrati nel Campo, le altre 504 persone furono immediatamente inviate all’arrivo alle camere a gas ed uccise con il gas. Di questo trasporto torneranno in Italia solo 14 persone.

Giovanna Ester Costantini nata il 18 luglio 1935 (8 anni) F.to http://digital-library.cdec.it/cdec-web/

Nel convoglio era presente la piccola Giovanna Ester Costantini nata il 18 luglio 1935 a Milano di solo 8 anni.

Venne arrestata insieme alla famiglia il 26 novembre 1943 a Venegono (prov. Varese) e rinchiusa prima nel carcere di Varese e poi trasferita in quello di Milano.

Parti’ con la mamma Nella Sara Terracini, il papa’ Cesare Augusto Benedetto Costantini e lo zio Roberto Costantini il 6 dicembre 1943 dal binario 21 della stazione centrale di Milano e verra’ insieme alla sua mamma uccisa immediatamente all’arrivo ad Auschwitz l’11 dicembre 1943.

Il papa’ e lo zio  registrati nel Campo, morirono alcuni mesi dopo.

Ogni giorno migliaia di visitatori calpestano il luogo della Memoria di Auschwitz ascoltando i racconti delle guide e vedendo foto di persone „Senza Nome”.

Ritengo importante quando possibile dare un nome, un volto e una storia alle tante persone che qui furono uccise solo per avere come colpa l’essere nati.

Come e’ possibile essere considerati „criminali” per nascita?

“È accaduto, quindi potrebbe accadere di  nuovo…”  (Primo Levi).

Fonti: CDEC, Italo Tibaldi „Compagni di viaggio”

Giacomo, Enrica e la piccola Virginia Terracina

Giacomo Terracina (detto Ciccio) era nato il 28 ottobre 1915 a Roma. Sportivo, giocava nella nazionale italiana di pallavolo ed era considerato un ottimo giocatore.

Si sposo’ con Enrica Di Segni nata a Roma il 27 maggio 1925, che diede alla luce la loro prima figlia Virginia il 2 giugno 1943.

Dopo pochi mesi dalla nascita mamma e bimba furono arrestate durante la razzia del 16 ottobre 1943 nel ex ghetto di Roma. Giacomo, che non si trovava in quel momento in casa, saputo dell’arresto le raggiunse nel disperato tentativo di salvarle. Venne anche lui arrestato.

Il 18 ottobre furono caricati alla stazione Tiburtina su un vagone piombato e diretti verso il Campo di concentramento e centro di sterminio nazista tedesco di Auschwitz-Birkenau.

Nel convoglio di 18 vagoni furono rinchiuse 1.023 persone, la maggioranza fu uccisa immediatamente all’arrivo a Birkenau il 23 ottobre 1943, tra loro la piccola Virginia di soli 4 mesi. Il suo papa’ e la sua mamma morirono nei mesi successivi.

Una giovane famiglia il cui sogno fu spezzato per sempre dalla mano assassina nazista fascista.

Oggi, in via del Tempio 4 a Roma si trovano davanti alla casa dove abitavano le tre pietre d’inciampo in loro ricordo.

In particolare oggi e’ importante „inciampare” su queste pietre al fine di ricordarci di cosa e’ capace l’uomo. Trasformare la Memoria emotiva in voglia di conoscenza. Attraverso lo studio della storia dobbiamo capire quali furono i segnali e motivi (tutti sbagliati e non condivisibili) che portarono a questo, cosi’ da saperli riconoscere nel nostro presente e poter indirizzare il nostro futuro nella giusta direzione. La “Memoria dinamica”.

“È accaduto, quindi potrebbe accadere di  nuovo…”  (Primo Levi).

Il luogo di arrivo del primo trasporto italiano da Roma del 23 ottobre 1943

Fonti: Cdec, Fondazione Museo della Shoah Roma

Ogni persona ha il suo nome…

1.300.000 deportati nel Campo di Auschwitz, 1.100.000 uccisi; 6.000.000 di Ebrei  uccisi per mano nazista…  questo sentiamo quando si parla di Shoah.

Non numeri, ma persone che come noi avevano un nome e cognome. Di molti non si conoscono piu’ nemmeno quelli. Scomparsi per sempre.

Intere famiglie e comunita’ furono cancellate dalla mano assassina nazista e quindi  nessuno potra’ mai dire: manca questa persona oppure quella.

Lo sappiamo – OGNI PERSONA HA IL SUO NOME.

Nel blocco 27 del Campo di Auschwitz I e’ presente un libro di alcuni metri con circa 4 milioni di nomi e cognomi.

Quante storie, vite,  sogni e progetti racchiusi in quelle pagine e in quei pochi metri. Leggerli tutti puo’ sembrare o forse lo e’ impossibile ma ognuno di loro meriterebbe di essere ricordato con il suo nome e cognome.

Oggi, durante la visita ho raccontato e abbiamo ricordato alcuni di loro:

Irina Di Veroli (nonna Rina), Fatina Sed, Settimia Spizzichino con la sorella Giuditta, Servadio Moscato (zi Moro), Raimondo Di Neris, Piero Terracina, Shlomo Venezia, Leone Di Veroli, Rubino Romeo Salmoni, Ida Marcheria, Primo Levi, Liana Millu, Arminio Wachsberger, Lilly Jacob, Andra Bucci, Tatiana Bucci, Sami Modiano, Alberto Sed, Lello di Segni, Ewa Mozez Kor, Ginette Kolinka e anche tutti coloro che scesi dal treno immediatamente furono inviati alle camere a gas ed uccisi. I „Sommersi”.

„OGNI PERSONA HA IL SUO NOME”

74 anni fa. 14 novembre 1943.. L’arrivo ad Auschwitz di 400 donne uomini e bambini da Firenze e Bologna

“Altejudenrampe”. La rampa d’arrivo del convoglio italiano del 14 novembre 1943

Il 14 novembre 1943 con un trasporto del RSHA da Roma giunsero al Campo di concentramento e centro di sterminio nazista tedesco di Auschwitz-Birkenau 400 uomini, donne e bambini ebrei, arrestati a Firenze e Bologna. Dopo la selezione, 13 uomini (con i numeri da 162770 a 162782) e 94 donne (con i numeri  67852 a 67945)  furono registrati nel Campo. Le altre 243 persone furono uccise nelle camere a gas.  (Dal Kalendarium di Danuta Czech).

Il convoglio era partito da Firenze e Bologna il 9 novembre 1943.

Alla liberazione risultava sopravvissuta un’unica deportata: Pelletier Alice (nr. reg. 67861).

Per non dimenticare…

Auguri Piero Terracina! Mazal Tov!

Fot. http://francoforte.italia-altrove.com

Auguri di buon compleanno a Piero Terracina che oggi compie 89 anni.

Piero Terracina e’ nato a Roma il 12 novembre 1928. A seguito di una segnalazione di un delatore (una vita valeva 5.000 lire, questa la tariffa riconosciuta ad un italiano che denunciava un altro italiano di cultura e religione ebraica) viene deportato nel Campo di concentramento e centro di sterminio nazista tedesco di Auschwitz dove arriva il 23 maggio 1944 insieme  ai genitori, la sorella Anna, i fratelli Cesare e Leo, lo zio Amedeo e il nonno Leone David.

Degli 8 componenti della sua famiglia, Piero Terracina sarà l’unico a fare ritorno in Italia.

“La Memoria non è il ricordo. Il ricordo si esaurisce con la fine della persona che ricorda quello che ha vissuto. La Memoria è come un filo che va dal passato al presente ma poi deve raggiungere anche il futuro. Quindi il futuro è condizionato dal passato e soltanto se faremo memoria e la trasmetteremo poi alle nuove generazioni, soltanto così possiamo sperare che il passato non torni.”    Piero Terracina 

Instancabile Testimone della Shoah soprattutto nelle scuole e fra i giovani italiani e’ diventato un importante punto di riferimento per piu’ generazioni di studenti.

Un valore aggiunto anche per noi educatori impegnati ogni giorno nel racconto di quanto accadde nel piu’ grande centro di sterminio degli ebrei provenienti dai vari paesi europei di Auschwitz – Birkenau.

Ma oggi e’ il suo compleanno!

Mazal Tov Piero!

La Grande Sinagoga di Będzin

Monumento in ricordo della Comunita’ ebraica di Będzin

Bedzin e’ una città situata nella Polonia sud-occidentale a circa 50 km da Oświęcim.

La Comunita’ ebraica era presente a Bedzin fin dal Medioevo, ma i primi documenti che comprovano la presenza risalgono al 1564.  Il primo privilegio reale, direttamente riguardante la popolazione ebraica di Będzin, fu un documento di Stefan Batory del 1583, in cui il monarca permise agli ebrei di stabilirsi all’interno delle mura e di commercializzare sullo stesso piano dei commercianti cristiani.

Sinagoga di Będzin. Fot. http://www.bedzin.pl/default.aspx?docId=1345

Probabilmente a metà del XVI secolo fu eretta la prima sinagoga di legno e il primo cimitero. Fin dall’inizio del XIX secolo, il numero degli ebrei residenti in citta’ aumentava gradualmente. 

Alla vigilia della seconda guerra mondiale, la comunita’ ebraica contava circa 28.000 persone. I tedeschi occuparono la città il 4 settembre 1939. Cinque giorni dopo diedero fuoco alla Grande Sinagoga.  Era il 9 settembre 1939, durante lo shabbat quando gli ebrei erano riuniti per la preghiera nell’edificio.

Prima del 1939 il numero degli ebrei a Będzin  era superiore al 50% della popolazione, dopo la guerra non rimase nessuno.

Oggi dove sorgeva la Grande Sinagoga si trova un monumento a forma di cubo che ricorda la Comunita’ ebraica della citta’ scomparsa per mano nazista. (foto.)

Monumento in ricordo della Comunita’ ebraica di Będzin

Voi che sapete…

O voi che sapete
sapevate che la fame fa luccicare gli occhi
che la sete li offusca

O voi che sapete
sapevate che si può vedere sua madre morta
e restare senza lacrime

O voi che sapete
sapevate che al mattino si vuole morire
che alla sera si ha paura

O voi che sapete
sapevate che un giorno è più di un anno
un minuto più di una vita

O voi che sapete
sapevate che le gambe sono più vulnerabili degli occhi
i nervi più duri delle ossa
il cuore più solido dell’acciaio

sapevate che le pietre del camino non piangono
che c’è una sola parola per lo spavento
una sola parola per l’angoscia

sapevate che la sofferenza non ha limiti
l’orrore non ha frontiere

Lo sapevate
voi che sapete

Charlotte Delbo „ Nessuno di noi ritornerà. Auschwitz e dopo”. Vol. 1

Editore: Il Filo di Arianna

 

Charlotte Delbo, fu arrestata nel marzo del 1942 dai tedeschi insieme al marito che venne fucilato subito dopo la cattura. Lei, dopo un breve periodo in carcere, il 23 gennaio 1943 venne deportata con altre 229 donne prima ad Auschwitz-Birkenau e poi a Ravensbrück. Attraverso le sue opere ha lasciato una grande testimonianza di vita e di resistenza.

 

 

 

RIP Yisrael Kristal

Fot. http://jewishnews.timesofisrael.com

Oggi il quotidiano israeliano Haaretz riferisce che nella citta’ di Haifa e’ deceduto Yisrael Kristal, un sopravvissuto al Campo di concentramento e centro di sterminio nazista tedesco di Auschwitz-Birkenau. Aveva 113 anni ed era l’uomo piu’ anziano del mondo. Un’altra candela della Memoria che purtroppo si spegne e ci fa capire quanto sia importante per tutti noi mantere viva la Memoria.

Era nato il 15 settembre 1903, nel comune di Zarnow, in Polonia. Si trasferì a Lodz nel 1920 per lavorare nella fabbrica di dolci di proprieta’ della famiglia. Gesti’ l’attività fino a quando i nazisti rinchiusero tutti gli ebrei di Lodz nel ghetto, dove i suoi due figli morirono. Nel 1944 fu deportato insieme alla moglie ad Auschwitz. Solo lui riusci’ a sopravvivere.

Nel 1950 si trasferì a Haifa con la seconda moglie e il figlio, ritornando a lavorare nel settore dei dolciumi. Oltre al figlio e alla figlia, Kristal aveva numerosi nipoti e pro-nipoti.

Lo scorso anno,  in occasione dei suoi 113 anni, insime a circa 100 membri della sua famiglia ha celebrato il suo bar mitzvah; non lo aveva potuto fare un secolo fa a causa degli eventi tragici legati alla prima guerra mondiale.

Che la terra Ti sia lieve.

 

Piccole Ombre in giro…

“Mamma con bambino ucciso” Autore: Mieczysław Kościelniak Fot. http://auschwitz.org/galeria/sztuka-obozowa-i-poobozowa/

„ Nel cosiddetto reparto maternità , gli zingari aspettavano  di riprendere i loro bambini . La sporcizia e la puzza era insopportabile . I bambini erano come piccole ombre in giro [ … ]. Dopo che i neonati hanno iniziato a piangere , l’infermiera ( anche lei prigioniera ) ha preso una coperta e li ha soffocati. Questo mi ha colpito al cuore . Non la condizione del Campo , non la fame e il dolore , ma quei bambini innocenti ! „

Stanisław Chrulski  KL Auschwitz nr. 8065