Frammenti di alcune testimonianze.
“[…]Un episodio che mi ha fatto capire che era proprio la distruzione del mondo fu questo: davanti a me c’ era un altro del Kommando che portava un regazzino verso questo caretto; c’ erano due tedeschi, uno dei due gli ha detto: “Férmete! Il regazzino nun l’ apoggiare, ma lancialo dentro il caretto!” Questo è rimasto un po’ fermo, nun riusciva a capì. Stava proseguendo, allora gli hanno intimato di lanciarlo: “Il regazzino lo prendi e lo butti in alto dentro al caretto!” E questo ha dovuto prendere il regazzino e buttarlo. ‘ Sto regazzino poteva ave cinque, sette mesi, poi piangeva… quando questo l’ ha buttato, inaspettatamente uno dei due ha tirato fuori la pistola… e c’ ha fatto il tiro a segno. Avevano scomesso dei marchi, se lo colpiva o nun lo colpiva con il tiro a segno. Avevano scomesso! Cose incredibili che nun so se ‘ a gente ce crede o nun ce crede. Da lì ho capito proprio tutto, tutto. Ho detto: “Qui, questi ce stanno a trucidà giorno per giorno proprio come le bestie. Ma ancora peggio, perché una bestia nun s’ amazza in quella maniera”[…]” Alberto Sed
[…]La mamma… non gli ho detto neanche addio, niente. Non l’ ho salutata. Non sapevo cos’ è, cosa viene, dove andiamo. […]” Gisella Kugler
“[…]E poi mi hanno separato dalla mia sorellina. Aveva sette anni, da appena tre mesi era restata senza madre, senza fratelli, solo io e il babbo che stava malato. Ho cominciato a parlare italiano: “Lasciatemi la mia sorellina!” Me l’ han tolta dalle braccia. Ma lei si appiccicava: “Non ci vado, non ci vado!” “Ma devi andare, cara, devi andare. Siamo obbligati, non lo vedi che siamo obbligati?” […]” Stella Franco
“[…]Sapevo quando era un trasporto italiano, perché vedevo i cerini per terra. I cerini ce li hanno solo gli italiani, non esistono in nessun’ altra parte del mondo. Allora mi allontanavo.[…]” Martino Godelli
La nuova „Rampa degli ebrei” quella che tutti conosciamo dai film e dai documentari che entra all’interno del campo di Birkenau, fu costruita e messa in funzione tardi, dalla seconda meta’ del mese di maggio del 1944 in previsione dell’arrivo dei trasporti di ebrei dall’Ungheria.
Il binario ferroviario lungo questa rampa correva fino alle camere a gas e ai crematori II e III.
Da quel momento in poi, all’interno del campo, si svolsero le selezioni di massa di ebrei, davanti agli occhi di migliaia di prigionieri.
Si calcola che solo circa il 20% delle persone nei trasporti vennero registrate nel Campo. Dei circa 1,1 milioni di ebrei deportati ad Auschwitz, circa 200 mila furono registrati, i rimanenti, circa 900 mila persone, furono uccisi immediatamente all’arrivo nelle camere a gas.
Su questa rampa arrivarono oltre 430 mila ebrei ungheresi, 67 mila ebrei dal ghetto di Łódź e alcuni trasporti dal ghetto di Terezin e dalla Slovacchia. Scesero su questa rampa anche i trasporti di donne, uomni e bambini polacchi dalla citta’ di Varsavia, inviati ad Auschwitz attraverso il campo di transito di Pruszków, come rappresaglia dopo la rivolta della citta’ del 1 agosto 1944.
Il primo trasporto dall’Italia arrivato nella nuova rampa fu quello del 23 maggio 1944 proveniente da Fossoli di Carpi. Il convoglio comprendeva 581 donne, uomini e bambini. All’arrivo furono registrate 186 persone e le restanti furono immediatamente inviate alle camere a gas e uccise. Torneranno solo 60 persone.
Fonti testimonianze „Il libro della Shoah italiana” di M. Pezzetti Ed. Einaudi