Nella notte tra il 22 e il 23 ottobre 1943, arrivo’ nel Campo di concentramento e sterminio nazista tedesco di Auschwitz Birkenau il primo trasporto italiano con oltre mille uomini, donne e bambini.
Solo 149 uomini e 47 donne vennero registrate nel Campo, le restanti persone immediatamente inviate ai centri di sterminio ed uccise con il gas. Soltanto 16 sopravviveranno: quindici uomini, una sola donna e nessun bambino.
Nonostante i tempi difficili della pandemia, insieme ai rappresentanti della “Foundation of Memory Sites near Auschwitz-Birkenau”, davanti ai carri bestiame originali presso il Memoriale Judenrampe di Birkenau, abbiamo acceso un cero, depositato un mazzo di fiori e con un minuto di silenzio onorato e ricordato le vittime dei trasporti italiani e tutte le vittime dei trasporti provenienti dai vari paesi europei deportati ed uccisi nel Campo di concentramento e centro di sterminio nazista tedesco di Auschwitz Birkenau.
Secondo le fonti, arrivarono alla Judenrampe dall’Italia circa 3.300 donne, uomini e bambini ed in totale più di 7.500 furono deportati nel complesso di Auschwitz. Le foto originali (data base CDEC) mostrano la famiglia Calò che fu deportata con questo primo trasporto. Nelle foto si vedono tre bambini: Roberta Lina Calò di 6 anni, Graziella Calò di 3 anni e Mario Calò di 10 anni – questi bambini, insieme alla loro mamma, furono immediatamente inviati alle camere a gas ed uccisi con il gas.

Dall’inizio della primavera 1942 al maggio 1944, la Judenrampe fungeva da punto d’arrivo per i trasporti provenienti dall’intera Europa. Qui, scendevano dai carri bestiame davanti ai due edifici dei magazzini alimentari del Campo della Fünfkartofellagerhalle und Krautsilos KL Auschwitz-Birkenau (cioè patate e cavoli), qui, le famiglie venivano divise, uomini da una parte donne e bambini dall’altra; qui avvenivano le selezioni tra abili oppure inabili al lavoro schiavo per il Terzo Reich tedesco. Di norma oltre l’80% di persone per ogni trasporto veniva immediatamente inviato alle camere a gas ed ucciso con il gas. Per tre anni, questo luogo divenne l’ultima “stazione” di vita per circa mezzo milione di persone deportate con la forza dai tedeschi per essere uccisi.
Ringrazio i rappresentanti della “Foundation of Memory Sites near Auschwitz-Birkenau” per aver condiviso questo tragico avvenimento importante per noi italiani nonostante il difficile periodo dovuto alla pandemia.
Salve ragazzi mi chiamo daniele e sono un ragazzo di bologna, interessante l’articolo, ma poi come del resto l’intero sito vostro. Per esperienza sono andato ben 2 volte ad AUSCHWITZ, memorabile, il mio ambiente, fra l’altro sperando che questa ondata di covid finisca riparto per la polonia a luglio 2021, speriamo che passi sto shifo e che si possa ritornare a viaggiare come prima.
..un abbraccio a voi tutti ragazzi…
Daniele