Nel Campo di concentramento e centro di sterminio nazista tedesco di Auschwitz- Birkenau furono deportati Rom e Sinti da tutta l’Europa. Il gruppo piu’ numeroso fu deportato dall’Austria e Germania (circa i 2/3, 14.000 persone); altri dal Protettorato di Cechia e Moravia (circa 4.500 persone) e 1.300 Rom dalla Polonia occupata. Vanno poi aggiunti circa 1.700 Rom provenienti da Bialistock (Polonia) che sospettati di tifo non furono registrati ed inviati direttamente nelle camere a gas e uccisi. In totale furono deportate circa 23.000 persone di questi circa 11.000 i bambini (9.500 al di sotto dei 14 anni) e circa 380 furono i bimbi nati nel Campo. 21.000 persone circa furono uccise ad Auschwitz – Birkenau.
“Porrajmos” “Annientamento – Distruzione” il genocidio a volte dimenticato di Rom e Sinti.
Ho scritto una serie di numeri e cifre che in realta’ sono persone, nomi e cognoni ed ognuno con una sua storia. Di alcuni le conosciamo di altri purtroppo e’ andata perduta anche la Memoria. Tra quelle conosciute oggi vorrei brevemente raccontare la storia di “Unku”.

Erna Lauenburger “Unku” era una ragazza Sinti tedesca nata il 4 marzo 1920 a Berlino-Reinickendorf (Germania). Unku divento’ famosa perché fu la protagonista di un libro per bambini pubblicato nel 1931 dallo scrittore-Grete Weiskopf Bernheim (il cui pseudonimo era Alex Wedding) dal titolo “Ede und Unku”.
Erna e la sua famiglia vivevano negli anni ’20 a Berlino e si trasferirono nei primi anni 30 a Magdeburgo. Erna sposò Otto Schmidt, che fu arrestato dai nazisti nel 1938, quando Unku era in avanzato stato di gravidanza e morì nel campo di concentramento di Buchenwald nel novembre del 1942.
La figlia di Otto e Erna, una bellissima bambina di nome Marie nacque il 25 agosto 1938.
Il 12 Aprile, 1939, Unku a 19 anni di età, fu chiamata dalla polizia giudiziaria, interrogata, le presero le impronte digitali e fu registrata in un file enorme realizzato dal nazista dottor Robert Ritter del „Centro di Ricerca per l’Igiene e la Razza” per il solo fatto della sua origine sinta.

Dopo la pubblicazione del decreto del 17 ottobre 1939 (decreto di stabilizzazione n. 149 dove Rom e Sinti non possono lasciare il luogo in cui si trovano – festsetzungserlass) Unku cosi’ come molti Sinti del Reich firmo’ il documento dove si proibiva di cambiare il luogo di residenza.
Nel 1941, i nazisti classificarono Unku come “Zingara mista”.
Il 24 settembre 1942 diete alla luce il suo secondo genito Bärbel Lauenburger.
Erna fu rinchiusa nel „Campo di concentramento per zingari” di Magdeburgo, dove condivise la sua vita con centinaia di Sinti- Rom.
Ai primi di marzo del 1943, Unku e la sua famiglia insieme al resto dei Sinti-Rom rinchiusi a Magdeburgo fu deportata nel Campo di concentramento e centro di sterminio nazista tedesco di Auschwitz-Birkenau.
Erna divento’ il nr. Z-633 e i suoi figli, Marie-Z 635 e Bärbel Z-634.
A causa della morte della figlia Marie, Erna non supero’ il dolore e cadde in un profondo stato di degrado, e fu trasferita dallo Zigeunerlager al campo ospedale, Campo che significava solo la morte.
Erna Lauenburger “Unku” mori’ il 2 luglio 1943.
Unku è diventata un simbolo del Porrajmos (Genocidio dei Sinti Rom). La sua perdita simboleggia la perdita di quasi tutta una generazione di giovani Sinti. Sogni e vite spezzate dall’odio e dalla barbarie nazista.
Libro “Ede und unku” 1931
Il libro racconta la storia di amicizia tra un ragazzo tedesco (Ede) figlio della classe operaia e una ragazza tedesca Sinti (Unku) nella città di Berlino. Unku all’epoca aveva 11 anni. La sua famiglia aveva stretto amicizia con l’autore del libro Grete Weiskopf. Libro che fu vietato da Hitler e venne bruciato nella notte del 10 maggio 1933, quando molti tedeschi parteciparono al rogo pubblico per la distruzione dei libri proibiti in Germania. Le cause che portarono al suo divieto erano dovute al fatto che era stato scritto da un autore ebreo Grete Weiskopf-Bernheim (pseudonimo di Alex Wedding), ed anche perche’ la sua protagonista era una ragazza Sinta. Le foto di Ede e Unku presenti nel libro vennero scattate da John Heartfield. Le foto presenti nel libro dimostrano che la trama è di fantasia, ma che si basa su persone reali.
Degli undici Sinti presenti nel libro solo uno sopravvisse all’Olocausto.