“… Ci portarono alla stazione. Qui ci attendeva il treno e la scorta per il viaggio. Eravamo 650 e i vagoni erano dodici: vagoni merci, chiusi dall’esterno, e dentro uomini, donne, bambini, compressi senza pietà, come merce di poca importanza, in viaggio verso il nulla.
Avevamo appreso la nostra destinazione: Auschwitz, un nome che – allora – era per noi ancora privo di significato.
Gli sportelli furono chiusi subito, ma il treno si mosse solo a sera. Viaggiava lentamente e dalla feritoia vedemmo gli ultimi panorami italiani. Guardavamo in silenzio ed io pensavo alla gioia che avrei provato al ritorno, quando avrei rivisto i primi nomi di città italiane.
Non sapevo che delle quarantacinque persone del mio vagone, quattro soltanto avrebbero rivisto le loro case…”
Primo Levi
“Se questo e’ un uomo”